L’Alentejo é l’anticamera della lentezza, una regione autentica in cui la bellezza della campagna fa a pugni con quella dell’oceano.
Io ho decretato che l’unica vera vincitrice è la sua luce, a cui penserò nei momenti bui perché è davvero qualcosa di terapeutico.
Questi i miei cinque motivi per cui visitare l’Alentejo.
La luce
La luce dell’Alentejo l’ho vista due volte: una ad aprile, quando con il treno sono partita da Lisbona per Evora e una in questo splendido ottobre.
In entrambi i casi la luce è stata predominante: avvolgente come una carezza al tramonto o fastidiosa come quando apri gli occhi dopo un lungo sonno ma sempre, infinitamente, terapeutica per me, e forse per te, che lavori sì vicino a una finestra, ma con dei maledetti neon che sparano luce artificiale tutto il giorno!
La luce dell’Alentejo fa bene dentro e fuori, riscalda e disintossica dalla quotidianità da ufficio. Io ne ho fatto scorta, passeggiando con il viso sfacciatamente rivolto al cielo.
Il turismo rurale
L’Alentejo è ancora considerata una delle regioni meno conosciute dell’intero paese, io vi confermo che se si ha la possibilità di esplorarlo in bassa stagione, la sensazione di essere un po’ fuori dal tempo sarà amplificata.
Per poter godere davvero della pace e della sua tranquillità contadina, l’ideale è riuscire a dormire almeno una notte in una quinta.
Cosa é una quinta? Una fattoria, una ex casa padronale che, se magari hai avuto la fortuna di ereditare dalla nonna, hai restaurato per farne qualcosa di ospitale senza stravolgerne l’identità contadina…un po’ come i nostri casolari toscani.
Noi abbiamo scelto la Quinta da Graminha, una tenuta a Zambujeira do Mar, a venti minuti dal paese, ma le fattorie inserite nel circuito del turismo rurale regionale sono molte.
Vino, olio e formaggio
In Alentejo si magna bene e si beve anche meglio!
Se avete noleggiato un’auto, attraversate la campagne, perdetevi nelle stradine, fate attenzione ai cartelli che recitano “Venda de vinho tinto e branco”, imboccate le lunghe strade polverose che vi portano vicino alle aziende agricole e dimenticatevi la palestra e la prova costume: semplicemente godete dei sapori regionali!
I formaggi di capra e di mucca sono profumati o puzzolenti, teneri o stagionati, ma soprattutto buoni, magari ve li vendono vicino ai canovacci ma questi sono dettagli!
Noi ne abbiamo provati diversi: da quelli di pecora tradizionale, con un gusto intenso a quelli aromatizzati all’origano, appena più gentili.
Gli ulivi si estendono per molti ettari e l’olio che vi portano al ristorante è spesso buono, soprattutto con il pane e il sale.
Noi ci siamo fermate in una fattoria/azienda vinicola tutta bianca e ocra, un signore spiritoso e in pantaloncini stava tinteggiando la facciata e si è fermato per chiederci se stava venendo bene.
Dopo averlo rassicurate sulla perfezione del suo lavoro, ci siamo dedicate alla degustazione di bianco, rosso e rose’.
La nostra Food and Beverage Specialist, Monica, ha avuto la parola finale: siamo risalite in auto con una bottigliata di bianco e una di rosso e ce lo siamo gustate per l’aperitivo della sera, tra chiacchiere e formaggi.
Trekking
In Alentejo si possono fare rilassanti passeggiate nell’entroterra o trekking mozzafiato sulla Costa Vicentina.
La più importante e, per fortuna, meno conosciuta rispetto al famoso Cammino di Santiago, è la Rota Vicentina, una rete di 450 km di percorsi e sentieri per scoprire la zona costiera, i paesini rurali e la bellezza selvaggia del Parque Natural do Sudoeste Alentejano e Costa Vicentina. La regione è attrezzata per l’accoglienza dei pellegrini e i sentieri si possono percorrere in autonomia e sicurezza.
I paesini e le città dell’entroterra
Il sud del Portogallo è ricco di paesini che disseminano le sue colline e in cui è visibile l’antica dominazione araba.
Visitare l’Alentejo in auto è fondamentale per non perdere tutti quei piccoli centri, come Alvito, in cui le porte e le finestre hanno diverse sfumature di giallo, o città come Évora, patrimonio dell’Unesco.
Uno dei miei preferiti é Monsaraz, un piccolo paese del XVII secolo rimasto intatto, dove il giallo lascia il posto al bianco calce delle case e i suoi scorci perfetti ricordano la nostra Puglia.