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Blog di Roberto Cleerk

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Come Fare un’Escursione alla Ferrata degli Artisti

Dall’uscita dell’autostrada di Finale Ligure (SV) si raggiunge Magliolo. Da questo paese si devia dietro la Chiesa dei Santi Costa e Damiano si segue la strada asfaltata fino a raggiungere la località Isallo (350 mt). si segue la segnaletica ben evidente per la via ferrata. Si raggiunge un piccolo spiazzo in prossimità di una sbarra verde (600 mt) dove è possibile lasciare la macchina.

Superata la sbarra, affiancata dal cartello descrittivo del percorso, si scende lungo l’ampia strada sterrata per poi risalire fino ad una curva dove è situato un secondo cartellone descrittivo vicino ad un grande masso da qui si prende il ripido sentiero che sale nel bosco, ben segnalato con bolli rossi. Dopo una breve salita si raggiungono i primi inutili cavi metallici per superare un tratto roccette e proseguendo su ampie lastronate si raggiunge la base delle rocce dei Balzi Rossi dove inizia la vera e propria ferrata (675mt).

Si parte subito con un bel paretone di color rosso, verticale e a tratti strapiombante, che si supera facilmente visto la quantità di staffe fra l’altro molto ravvicinate. Si superata la parete e si traversa a destra in esposizione per aggirare un primo spigolo e si raggiunge un tratto di roccette più facili, superatele si segue il sentiero attrezzato e si raggiunge così una forcella alla base di un torrione di cui si risale il verticale spigolo fino ad un terrazzo. Da qui si inizia lunga serie di brevi salti di roccette fino a giungere alla base di un secondo torrione dove incontriamo la prima via di fuga in discesa sulla sinistra. Lo si aggira sulla destra per brevi canalini che portano in cresta. Ed ecco che dall’alto si vede il famoso ponte tibetano. Attraversati i 94 emozionantissimi pioli del traballante ponte, sospeso su una gola profonda una cinquantina di metri, si raggiunge la parte più impegnativa di tutta la via ferrata, dopo una breve salita si attraversa a sinistra su pioli il paretone molto esposto per poi risalirne l’aereo spigolo molto esposto fino al terrazzo sovrastante. Si superati alcuni salti meno esposti si raggiunge in un pianoro dove su di un’ampia parete si il dipinto dell’artista Mario Nebiolo da cui prende il nome la ferrata, si incrocia il terzo ed ultimo bivio che in ripida discesa sulla sinistra porta alla seconda via di fuga ,sulla destra si prendono le ultime facili paretine che ci portano in cresta fino all’ultimo palo della via posizionato sul punto più elevato della Costa Dei Balzi Rossi (1309mt) 3.00h circa dall’attacco. Si seguendo per gli ultimi metri gli abbondanti segni rossi si giunge in vetta al Bric dell’Agnellino da dove si pur ammirare un fantastico panorama a 360° dal Mar Ligure fino al Monviso. Per la discesa continuando a seguire i bolli rossi il sentiero piega ripidamente a sinistra in un canalone attrezzato con cavi metallici che costeggia le rocce della cresta percorsa in salita. Si scende un canalino attrezzato con pioli e cavo e si entra definitivamente nel bosco traversandolo lungamente verso destra fino ad un pulpito panoramico. Ora il sentiero piega ripidamente a zig zag nel bosco fino alla strada sterrata si svolta a sinistra e seguendola si torna al parcheggio.

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La Costa dei Balzi Rossi è situata nella valle del Maremola nel territorio del comune di Magliolo: è una struttura orografica che evidenzia una peculiare roccia di colore rossastro,e costituisce la cresta Est del Bric dell’Agnellino 1335mt. La costa si sviluppa tra le quote altimetriche 675mt e 1309mt, presentando quindi un dislivello di 634 metri attrezzato con circa 1500mt di cavo metallico. Tutto ciò ne fa una ferrata abbastanza semplice dal punto di vista tecnico vista la sovrabbondanza di strutture (pioli molto ravvicinati che non affaticano mai gambe e braccia e l’ottima manutenzione. La difficoltà è data dalla lunghezza, dopo il ponte tibetano si può erroneamente credere di essere arrivati ma la vetta è ancora lontana) e dall’esposizione di alcuni tratti che trasmettono forte adrenalina e richiedono assenza di vertigini. Per tanto può essere considerata una ferrata di media difficoltà se affrontata in autunno/primavera con assenza di neve e condizioni meteo stabili. Nei periodi più caldi potrebbe diventare una tortura a causa dell’elevata temperatura e della mancanza di punti per l’approvvigionamento di acqua. La bellezza del tracciato, l’importanza geologica e morfologica di questa costa, e il panorama fantastico che pian piano si apre agli occhi durante la salita valgono sicuramente la fatica.

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